Inghilterra, 1068
Due anni dopo l'invasione di Guglielmo il Conquistatore, i Sassoni continuano a opporre una tenace quanto disperata resistenza ai Vichinghi invasori. Ultimo a cadere in ordine di tempo, dopo un lungo assedio, è il castello di Ingelwald, vanamente difeso, dopo la morte del padre, dalla giovanissima Lady Aelia. La straordinaria forza d'animo della fanciulla suscita immediatamente un profondo rispetto nel vincitore, il temibile cavaliere normanno Mathieu Fitz Autier, che anziché guistiziaria decide di consegnarla al suo sovrano. Durante il pericoloso viaggio verso Londra, però, Mathew finisce per innamorarsi dell'intrepida fanciulla pur sapendo che per loro non esiste futuro. A meno che, s'intende, Guglielmo non gli concede il permesso di sposare una nobildonna sassone. Ma come convincerlo a dare il suo consenso alle nozze?
GIUDIZIO:
GIUDIZIO:
Un buon romanzo rosa ha bisogno di più di una buona ambientazione e un lieto fine. Necessita anche di una parte centrale che dimostri in modo convicente come ci arriviamo, e questo certamente manca in Scandalo a corte.
Quando i Normanni assediano la casa di Lady Aelia, prima lei lancia una freccia in testa al conquistatore, poi insegue il fratello di 10 anni nel campo nemico. Il primo è un atto di coraggio, il secondo un gesto temerario che obbliga in ultima analisi la sua gente alla resa. Il Barone Mathieu Fitz Autier prende il controllo del maniero e obbliga Lady Aelia e il fratello ad accompagnarlo a Londra, dove il re deve decidere il suo destino. Lungo la strada hanno numerose avventure, che in qualche modo fanno prendere ad Aelia consapevole del suo amore. Mathieu si innamora troppo in fretta della sua prigioniera, ma prima di poter avere un'unione duratura lui deve affrontare il piano del re e il suo fidanzamento non ancora ufficiale.
Al di là di questo sviluppo piuttosto vago, non c'è granché di storia in questo romanzo piuttosto episodico. I contrattempi vari potrebbero essere abbattuti della vita giorno per giorno durante la conquista normanna (anche se ho i miei dubbi su alcuni episodi), ma sono mossi insieme solo per formare episodi collegati vagamente e in modo più che arbitrario. E' come se la Maguire avesse scelto a caso gli ostacoli per i suoi eroi ed eroine senza considerare come queste interruzioni contribuissero allo svolgimento della storia. Un minuto Aelia e Mathieu stanno combattendo contro una fazione scontenta delle truppe normanne di Mathieu, il successivo devono lottare contro gli invasori danesi. Anche i parenti di lui diventano cattivi in quella che può essere solo un maldestro tentativo di rinviare il risultato finale.
Allo stesso modo, mentre tutte queste situazioni rivelano capacità militari del protagonista e l'indipendenza delle protagoniste, non evidenziano un serio sviluppo del personaggio. Sono rimasta senza una reale comprensione di chi Lady Aelia e Mathieu siano. E non credo che sarebbe pretenzioso dire che come lettrice di romance è una cosa che mi aspetto e cerco.
Venendo a patti con un profondo conflitto interno, appare tanto più importante in un romance dove le parti principali siano ovviamente sui lati opposti del campo di battaglia. Eppure, Lady Aelia quasi immediatamente si innamora dell'invasore e in pochissimo tempo decide quanto è onorevole. Apprezza perchè deve prendere per mano il suo fratellino ed è riconoscente quando punisce uno dei suoi soldati ribelli che, come si scopre, ha ucciso suo padre.
Il gesto di Mathieu è onorevole, ma molto plausibile. Mentre pretendo che tali azioni non siano mai avvenute o che non abbiano il loro posto nel romance, penso che un po' più di prefigurazione, retroscena e introspezione siano necessari per renderli credibili. Il poco che ci è stato dato qui ci manda in direzione totalmente diversa.
La Maguire tenta di fornire un senso del periodo, introducendo frasi dal suono medievale. Ho smesso subito di contare i Gesuses, twases, e tises. Io non sono sicura che la gente parlasse in ballate durante la conquista normanna, ma accetterò tali espressioni nella voce di personaggi, se non eccedono. Quando il narratore ci si abbandona, è decisamente fastidioso. Poi di nuovo, ho difficoltà a dire quello che in questo romanzo non lo è!
Mary Benn
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